
Il fiume di luce blu
Il Fiume di Luce Blu (དགོངས་གཏེར་ཐུགས་ཀྱི་ཀློང་གསལ་གྱི་ཟུར་རྒྱན་གནམ་ཆོས་ཉིད་ནས་ཟུར་དུ་བསྒྲིགས་པ་སྨན་བླའི་ཆོ་ག་བཻཌཱུརྱའི་ཆུ་རྒྱུན།) è una pratica del Buddha della Medicina tratta dai tesori della mente del tertön Namchö Mingyur Dorje (1645-1667), che fa parte del suo tesoro del Dharma del cielo (namchö). Karma Chakmé (1616-1678) compilò questa pratica traendola dai suoi testi. Nella storia spirituale del Tibet, le vite di questi due maestri sono inseparabilmente legate. Il primo Karma Chakmé, detto anche Rāga Asya, praticò con i maestri Kagyu e Nyingma più famosi del tempo, tra cui il 10° Karmapa, Chöying Dorje (1604-1674), con il quale viaggiò per un anno e mezzo e di cui fu uno stretto discepolo, ricevendo insegnamenti, iniziazioni e istruzioni di Mahamudra. Karma Chakmé fu uno scrittore prolifico e i suoi testi sono raccolti in circa 60 volumi; la sua Supplica per rinascere nel regno puro di Sukhavati è celebre in tutto il Buddhismo tibetano.
Nel 1659 Karma Chakmé riconobbe Mingyur Dorje, che aveva dieci anni. Il giovane tertön iniziò a ricevere le rivelazioni delle visioni pure a 13 anni e Karma Chakmé lo aiutò a trascriverle nei tre anni successivi trascorsi in ritiro con lui. Le rivelazioni e gli insegnamenti di Mingyur Dorje furono infine raccolti in 13 volumi di testi. Karma Chakmé scrisse una biografia di Mingyur Dorje, di cui esiste una traduzione in inglese, dal titolo The All-Pervading Melodious Sound of Thunder: The Outer Liberation Story of Terton Mingyur Dorje.
Questa pratica del Buddha della Medicina, tratta dal Dharma inseparabile di questi due maestri, racchiude tutte le loro benedizioni. Il testo è conciso, ma contiene tutto ciò che è necessario per donare benessere spirituale, emotivo e fisico. Come le altre pratiche degli yidam, può condurre al Risveglio perfetto.
Note: Il titolo e il testo riportano il termine vaidurya, traslitterato dal sanscrito. Di solito viene tradotto con “lapislazzuli”. Di recente, però, le ricerche hanno stabilito che si riferisce a una famiglia di pietre preziose, i berilli, che possono essere di diversi colori. I berilli di colore verde sono detti smeraldi, quelli di colore blu scuro (il colore a cui ci si riferisce in questo caso) si chiamano maxixe. Essendo un termine poco conosciuto e non facile da collegare all’esperienza personale, nella traduzione si è indicato con “luce blu” ciò che esprimono queste pietre preziose, invece di “lapislazzuli” o “berillo blu”.
Facendo parte del sentiero del mantra segreto, questa sadhana dev’essere praticata solo dopo avere ricevuto l’iniziazione, la trasmissione e l’autorizzazione da parte di un lama qualificato.